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“Il cassetto segreto” di Costanza Quatriglio

Scena da "Il cassetto segreto" di Costanza Quatriglio
Il cassetto segreto di Costanza Quatriglio | © Fondo Giuseppe Quatriglio

Il nuovo film di Costanza Quatriglio è in concorso alla Berlinale74 nella categoria Forum, la sezione del Festival interamente dedicata al cinema documentaristico. Due livelli di memoria convergono nella riscoperta della storia di vita di un uomo: Giuseppe Quatriglio.

Di Sara De Pascale

L’inizio della documentazione

La regista ha cominciato questo lavoro nel 2010, filmando il ritrovamento di un quaderno di scuola di suo padre, Giuseppe Quatriglio, un importante e storico giornalista siciliano. Aprendo un cassetto e tirando fuori quelle vecchie pagine, ha inizio un lavoro del quale la regista, all’epoca, non era ancora consapevole.

In seguito alla morte del padre e alla decisione di donare l’archivio cartaceo, da lui costituito negli anni di lavoro alla Biblioteca Centrale della Regione Siciliana “Alberto Bombace”, Costanza Quatriglio ha iniziato a documentare la scomposizione dello spazio nel quale è cresciuta.

La doppia dimensione narrativa

Il documentario cuce insieme la memoria personale e quella collettiva, raccontando Giuseppe Quatriglio attraverso i suoi stessi scritti, articoli, riprese e fotografie di viaggi. Allo stesso tempo, ricostruisce lavori di inchieste e interviste che sono lo specchio dell’Italia, in particolare della Sicilia, dagli anni ’50 fino alla contemporaneità. Intellettuali, poeti, scrittori e perfino pittori si alternano nelle vecchie riprese ritrovate nello studio di Quatriglio.

Il docufilm cattura il pubblico grazie alla doppia dimensione che riesce a mantenere per tutta la sua durata. Costanza ha ritrovato la passione in comune con suo padre: accompagnare il racconto delle storie con le immagini, narrare degli esseri umani dal punto di vista di chi parla.

Il montaggio mantiene un ritmo capillare, alternandosi e facendo ridere e commuovere la sala. La regista ha restituito uno spaccato intimo della sua storia di figlia, ma anche la storia di un siciliano che ha viaggiato per tutto il mondo senza mai avere la minima intenzione di lasciare la sua terra d’origine.

“Il cinema ha il potere, può trasformare la vita in morte e la morte in vita. È stato un processo, quando abbiamo iniziato a digitalizzare i negativi fotografici, tutte queste immagini uscivano fuori ed è stato come se il film avesse avuto una voce e mi avesse detto: eccomi, sono pronto ad essere fatto.”

Queste sono alcune delle parole della regista alla fine della proiezione. Assistiamo al ritorno del genere documentario, che sta guadagnando sempre più popolarità e visibilità nei festival cinematografici, mentre il racconto trova spazio in un mondo che ha di nuovo sete di intrattenimento e conoscenza attraverso il reale. 

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