Lingua e linguaggi
Il rap femminile: un chiarimento, finalmente
Vogliamo un rap per sole donne e uno per soli uomini? Una domanda retorica secondo Taiga Trece, alla quale lei risponde no, cogliendo l’occasione per chiarire alcuni termini e augurandosi un maggior numero di donne nel mondo del rap.
Di Taiga Trece
Ogni volta che si fa riferimento al rap fatto da donne, si parla di rap femminile. Il termine però è sbagliato, perché ciò implicherebbe che sono gli uomini a detenere il potere e l’autorità sul rap. Il rap invece, proprio come la musica in generale, è socialmente inclusivo fin dalla sua nascita.
Solo per donne? Solo per uomini? Anche no!
Cosa si vuole intendere con rap femminile? Un rap per sole donne? Qualcuno ha mai sentito parlare di rap maschile, un rap fatto esclusivamente da uomini per uomini? E poi un rapper omosessuale non fa automaticamente del rap gay, solo perché è omosessuale.Perché, nell’era del femminismo, la musica delle donne deve essere etichettata come tale, anche se non lo è? È davvero questa la direzione in cui vogliamo andare? Abbiamo davvero bisogno di musica femminile, di pop femminile, di politica femminile, di rock femminile e così via? O abbiamo solo bisogno di più donne in gioco?!
Angela Merkel ha mai detto: “Faccio politica femminile” o Heidi Klum: “Sono una modella per donne”? Helene Fischer si fa pubblicità cantando “canzoni di successo per donne”? No, non è immaginabile. Sarebbe degradante per la loro arte perché anteporrebbe il genere all’atto vero e proprio. E quindi perché rap femminile? Tra l’essere un’artista donna e fare musica femminile c’è una considerevole differenza. Per me esistono solo i rapper e il genere a cui appartengono non ha alcuna importanza.
Spesso le Femcee si adattano al mondo del rap maschile, perché il più delle volte possono riuscire in quel settore e farne parte solo se fanno propri i criteri prevalenti. E così impugnano armi maschili, per guadagnarsi il rispetto. Questo è anche uno dei motivi per cui sempre più donne si rivolgono al rap femminista. La percentuale di uomini nelle playlist, ai concerti e agli eventi, è molto alta, ed è per questo che molti artisti cercano di rivolgersi a un pubblico più aperto e indirizzandosi con la loro musica consapevolmente alle donne.
Il termine girlcottare
Ripeto: la forma d’arte è il rap. Ecco perché dovremmo addirittura boycottare il termine rap femminile, o meglio girlcottarlo. Come in ogni genere musicale, esistono molte sottocategorie: Gangstarrap, street rap, boom bap, battlerap, poprap, consciousrap, cloudrap, trap, drill e così via. Queste categorie non sono divise per genere e orientamento sessuale, ma per stile e per tipo di messaggio. Il rap femminile non è un genere a sé stante e non può essere inserito in questo elenco.D’altra parte, in futuro potrebbe affermarsi come nuovo sottogenere. Dopo tutto, la musica moderna produce costantemente nuove sottocategorie che si rivolgono a un pubblico specifico e si presentano attraverso un proprio stile. Il rap femminile, il rap maschile e il rap gay potrebbero quindi diventare un nuovo sottogenere. Ogni sottogenere ha un argomento centrale del quale i rapper parlano nelle loro canzoni e che solitamente vuole essere riconosciuto come tale: i fan si identificano con la loro musica attraverso lo stile dell’abbigliamento, i marchi, i colori, la moda, lo slang.
Per esempio, io faccio rap/street rap/rap tedesco/rap bilingue/... Ma solo perché sono una donna e una rapper, non voglio che la mia musica sia ridotta all’etichetta di rap femminile. Parlo con le esperienze di una donna, con i sentimenti di una donna, dal corpo di una donna e con la voce di una donna, e parlo alle persone.
Quando anteponiamo il genere alla sostanza, quando dividiamo tutto in base al genere, separiamo persone e relazioni. Mi sembra che troppo spesso tracciamo confini e dividiamo. Sarebbe meglio se ci impegnassimo per una maggiore comunione, per la parità di diritti e per l’uguaglianza.
A volte sembra che vogliamo riposizionarci verbalmente nel dibattito sull’uguaglianza, femminilizzando preferibilmente tutto il nostro linguaggio, come se questa fosse la soluzione definitiva al problema della reputazione maschile e del dominio maschile nell’hip-hop.
Lasciamo che siano i giovani ad affrontare la femminilizzazione nel mondo del rap. Il numero di rapper donne è comunque in aumento e più ce ne sono, più saranno visibili senza doversi consumare la voce urlando a squarciagola.
Presenti fin dall’inizio
Le donne sono state presenti fin dall’inizio dell’era dell’hip-hop, negli anni ’70. Hanno solo ricevuto meno attenzione rispetto agli uomini. Anche se però il rap è generalmente considerato una scena dominata dagli uomini e l’immagine maschile è quella maggiormente in primo piano, il rap è ben lungi dall’essere un terreno esclusivo degli uomini. È solo che, come in molti altri settori, le donne devono lottare ancora di più per ottenere il loro posto in questo campo.Vengo dalla scena e mi sono abituata al fatto che non sempre veniamo prese sul serio, ma non mi lascio scoraggiare o abbattere. Come donna del rap, vivo ciò che faccio e do l’esempio.
Le donne sono in aumento. Non siamo una delle categorie speciali. Le cose si stanno muovendo. Stiamo diventando normali.
LINGUA E LINGAGGI
Questa rubrica quindicinale è dedicata alla lingua come fenomeno socio-culturale: come si evolve? Che rapporto hanno autrici e autori con la “loro” lingua? Qual è la sua influenza sulla società? Scrivono per questa rubrica editorialisti o persone con un legame professionale o di altro genere con la lingua, scegliendo un tema d’interesse personale che tratteranno per sei uscite.