Una coproduzione di Theater Neumarkt e Goethe-Institut/ Performing Architecture
100 Ways to Say We
Il progetto “100 Ways to say We” (100 modi per dire Noi) è un maratona digitale e in presenza, una sorta di rappresentazione di molteplici scenari futuri. La maratona utopica, in un presente distopico, riunisce 100 formulazioni su un “noi” futuro da parte di artisti, teorici, attivistie e collettivi di tutto il mondo. “100 Ways to Say We” si svolge sia come evento in presenza durante la Biennale di Architettura di Venezia, sia come serie di eventi in live-streaming, sia come archivio digitale in cui sono raccolti possibili scenari presenti e futuri.
Il pronome “noi” implica un comune denominatore. Ci sono ragioni sufficienti per diffidare di qualsiasi “noi”, per evidenziare piuttosto le diversità, per segnalare privilegi e gerarchie. Ma poi sussiste il pericolo della frammentazione: per decenni il neoliberismo ha agito in modo da suddividere la società in individui, per depotenziare la collettività. Dalla necessità di creare nuovi scenari per il nostro futuro nasce la necessità di un nuovo “noi”, una volontà collettiva trasversale in cui confluiscano molte esigenze diverse.
TIMELINE
Il sito web “100ways.space” sarà inaugurato durante la XVII Biennale di Architettura a Venezia – La Biennale di Venezia.
Contemporaneamente si terrà un evento maratona offline e online.
Lancio del sito: 06.11.2021, ore 18 (CET), Zoom
Maratona Offline: 06.11.2021, Centro Sociale Rivolta Venezia
Alle manifestazioni
Il progetto online e offline “100 Ways to Say We” è una rappresentazione di futuri molteplici, un'esplorazione speculativo-utopica delle possibilità insite nel “noi”. Artisti, teorici, piante, attivisti, collettivi di tutto il mondo, immaginando il futuro propongono nuovi modi di vivere e stare insieme. Una raccolta di voci, storie e opinioni che ruotano intorno all'idea di un "noi" diverso, contraddittorio e ambizioso – una raccolta che arriva da un futuro fittizio e immaginato e guarda al passato, quello in cui viviamo ora, o che presenta un futuro che non ci siamo ancora immaginati.
“100 Ways to Say We” si svolge sia come evento in presenza durante la Biennale di Architettura di Venezia, sia come serie di eventi in live-streaming, sia come archivio digitale in cui sono raccolti possibili scenari presenti e futuri.
Con Moayed Abu Ammouna, Preethi Athreya, Jelili Atiku, Jérôme Bel, Franco „Bifo“ Berardi, Deborah Birch, biriken, Bisrat Negassi, Emanuele Braga, Brandy Butler, Ilenia Caleo and Silvia Calderoni, Carolina Cappelli, Sandra Chatterjee (CHAKKARs), Zhao Chuan, Fatou Cissé, Ginevra Dolcemare, Dragonfly, Radha D’Souza, Seraina Dür + Jonas Gillman & the Pigeons Ensemble, Malcolm Ferdinand, Tatiana Filippova, Julia Fritzsche, Benno Gammerl, Goldendean, Abraham Hurtado, Helen Hester, Wissal Houbabi, Theater Hora & Stefan Burger, Invernomuto, Dagna Jakubowska, Asmaa Jama & Gouled Ahmed, Claude Jansen, Kieron Jina, Eisa Jocson, Ranjit Kandalgaonkar, Mikhail Karikis & Danny McNally, Zaayan Khan, Oskar Kirmes, Sándor Klunker, Tang Fu Kuen, Adriana Lara, Song Long, Ana Longoni, Mappa Teatro, Sugano Matsusaki, Piersandra di Matteo, Mateja Meded, Wu Meng, Eleanor Morgan, Chirantan Mukherjee & Kaur Chimuk, Ibrahim Nehme & Frida, Adrian Notz, Sunna Nousuniemi, Nikolay Oleynikov, Janiv Oron, Paper Tiger, Shalini Randeria, Riar Rizaldi, Philip Rizk, Anand Rudra, Annalisa Sacchi, Gregory Sholette, Sik Ying Ho & Felix Hui, Jonas Staal, Pavel Sulyandziga, Mackda Ghebremariam Tesfau, Taiga Trece, Varinia Canto Vila, Angelo Vermeulen & Fred Sena (SEADS), Salam Yousry et al.
Ideazione: Hayat Erdoğan, Nikolai E. Prawdzic & Florian Malzacher
A cura di: Hayat Erdoğan, Marco Baravalle, Florian Malzacher, David Niederer, Nikolai E. Prawdzic & Susanne Traub