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“Gloria!”, il primo film diretto da Margherita Vicario

Scena da "Gloria!" di Margherita Vicario
Gloria! di Margherita Vicario | Foto: © tempesta srl

Il film di Margherita Vicario – alla sua prima esperienza da regista – è in concorso alla Berlinale nella sezione Competition. Il lungometraggio uscirà nelle sale italiane a partire dal prossimo 11 aprile.

Di Sara De Pascale

Il film

Nei primi dell’800, in un orfanotrofio non lontano da Venezia, un gruppo di giovani orfane musiciste fa parte dell’orchestra della chiesa. La loro quotidianità, costretta fra le mura dell’Istituto di Sant’Ignazio, viene stravolta dall’arrivo di un misterioso regalo scovato nei sotterranei. Da qui decideranno di fare della musica il loro strumento di liberazione di corpi e coscienze.

I punti di forza di una nuova narrazione

Il film ha un ritmo incalzante, decide fin da subito di non essere un musical, ma un lungometraggio musicale. Il montaggio, a tratti cartoonesco, ricorda i film Disney per gli intermezzi musicali improvvisati, dove gli oggetti diventano strumenti suonanti. Il prologo del film è entusiasmante, fa scendere all’interno della narrazione divertita e impegnata della regista e svela il lavoro di coesione fatto con il cast.

Gloria! incalza, fa muovere la testa a ritmo, mette di buon umore e riesce a far trasparire la volontà di portare sullo schermo il concetto di sorellanza come unico strumento di vera liberazione femminile.

I punti critici della scrittura

Qualcosa, però, non va. Non intendo i riferimenti storici approssimati, alle licenze ci si può abituare e, se si racconta una sorta di Cenerentola moderna e corale, non è importante che ci sia coerenza di forma. Il film è una fiaba che si innesta appena su fatti storici reali, senza farne il punto d’arrivo, e va benissimo. Gli aspetti problematici di Gloria! sono, secondo chi scrive, fondamentalmente due: la seconda parte della sceneggiatura e la scelta di far recitare, in un film su delle giovani musiciste, attrici che non sanno effettivamente suonare.

A metà film la storia si indebolisce e i personaggi non vengono fuori come la regista avrebbe forse desiderato: la forma cinematografica adottata è corale, non c’era pertanto l’intenzione di mettere un’unica protagonista al centro delle vicende; in questa coralità, tuttavia, nessun personaggio emerge davvero e se, nella prima metà, il film crea i presupposti caratteriali delle protagoniste, nella seconda questi stessi si affievoliscono, restando appena tratteggiati, tranne nel caso del prete dell’Istituto (Paolo Rossi), personaggio chiaramente delineato e ben raccontato.

Il cast recita bene, portando nuovi volti nel panorama cinematografico, ma visto che le attrici – ad eccezione di Veronica Lucchesi, che è anche cantautrice – non sono anche musiciste, si viene a creare un problema nel montaggio nelle scene musicali (e ce ne sono parecchie, trattandosi di un film che gira intorno alla musica): la regia si perde infatti in una miriade di controcampi alternati per cercare di evitare le mani, purtroppo inesperte, delle attrici.

Film musicali e musical

Non credo che ogni film che riguardi la musica debba avere alle spalle un cast di soli musicisti e cantautori, però, in questo caso, il film aveva un’intenzione simile a quella di un musical – genere in cui i protagonisti, oltre che attori, sono ballerini, cantanti e musicisti – e questa scelta toglie molto alla struttura. Gloria! è un’opera prima e l’intento è chiaro, anche se il risultato è poco resistente a livello formale, ma la regista avrà tutto il tempo per far maturare i propri spunti narrativi.

Le note di pregio vanno a Veronica Lucchesi e Carlotta Gamba: la seconda è presente come attrice anche in Dostoevskij dei D’Innocenzo, in concorso alla Berlinale nella sezione Special, ed entrambe restituiscono una godibilissima e teatrale capacità attoriale.

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