Conversazione con Nadia Terranova
Der Morgen, an dem mein Vater aufstand und verschwand
La scrittrice Nadia Terranova da giugno è presente nelle librerie tedesche con la prima edizione di “Der Morgen, an dem mein Vater aufstand und verschwand” (Aufbau Verlag, traduzione di Esther Hansen). In Italia è edito con il titolo “Addio fantasmi” (Einaudi, 2018) ed è stato finalista al Premio Strega 2019.
Di Giulia Mirandola
Si tratta del primo romanzo della scrittrice messinese, romana di adozione, tradotto in Germania, un paese che – come racconta lei stessa – sente vicino per motivi sia culturali, sia extraletterari. La sua prova letteraria più recente in lingua italiana è la raccolta di racconti Come una storia d’amore (Giulio Perrone Editore), uscita proprio quando l’autrice avrebbe dovuto iniziare un tour nelle principali città tedesche per promuovere Der Morgen, an dem mein Vater aufstand und verschwand, rinviato ad autunno a causa della pandemia.
Come è avvenuto l’incontro con la casa editrice Aufbau che ora pubblica “Der Morgen, an dem mein Vater aufstand und verschwand”, l’edizione tedesca di “Addio fantasmi”?
Addio fantasmi (Einaudi, 2018) è piaciuto molto a Constanze Neumann, editor della storica casa editrice berlinese Aufbau Verlag. Neumann è a sua volta scrittrice, è traduttrice e conosce molto bene la Sicilia. Lei ha deciso che il mio romanzo era adatto per il mercato tedesco. Sono molto contenta e curiosa delle reazioni che susciterà. Prima della pandemia era in programma un tour di presentazioni in diverse città tedesche. Il 14 maggio avrei dovuto essere a Berlino in occasione della rassegna La primavera della letteratura italiana – 2020 curata dell’Istituto Italiano di Cultura di Berlino. In alternativa ho tenuto una conversazione a distanza via Zoom insieme alla editor di Aufbau Constanze Neumann, introdotta dalla Dott.ssa Michela De Riso, che è l’attuale reggente. Spero di potermi recare in Germania in autunno.
Ci sono esperienze di traduzione in lingua tedesca che precedono “Der Morgen, an dem mein Vater aufstand und verschwand”?
I miei primi testi tradotti in lingua tedesca compaiono nel 2018 in una pubblicazione intitolata Due mari / Zwei Meere (traduzione di Anja Mehrmann). Si tratta di un’edizione fuori commercio realizzata nell’ambito di LeggìIO, un programma culturale a cura di Francesca Bravi, docente presso il Lettorato dell’Istituto di Romanistica della Christian-Albrechts-Universität di Kiel. Ogni anno Bravi conduce un seminario di traduzione all’interno del quale invita autrici e autori non ancora tradotti in lingua tedesca. Nella stessa occasione li presenta in altre città della Germania, quali Lubecca, Amburgo, Lipsia e Berlino, perché possano essere conosciuti di persona da lettrici e lettori sia di lingua italiana, sia di lingua tedesca. Sempre nel 2018 la casa editrice indipendente NonsoloVerlag di Friburgo ha pubblicato un mio testo all’interno dell’antologia Spiegelungen / Vite allo specchio, in questo caso si tratta di un progetto culturale ed editoriale che desidera dare una voce tedesca alla letteratura contemporanea italiana attraverso la sua traduzione in lingua tedesca.
Cosa significa per te “traduzione”?
La traduzione di Addio fantasmi è di Esther Hansen, in casa editrice hanno optato per un titolo diverso, Der Morgen, an dem mein Vater aufstand und verschwand, che letteralmente significa “Il giorno nel quale mio padre si è alzato ed è scomparso”. Ho letto l’incipit e lo trovo bellissimo. Ho grande stima e rispetto del lavoro di traduzione. Delego molto. Anche se un po’ conosco il tedesco, non interferirei mai con le scelte di chi traduce.
Qual è il tuo legame con Berlino, con la Germania e con la cultura tedesca?
Nel mio primo romanzo, Gli anni al contrario (Einaudi, 2015), che per ora non è tradotto in lingua tedesca, c’è un passaggio nel quale vengono citati esplicitamente la città di Berlino e il Muro. La scena è ambientata nella primavera 1989, prima della “Wende”. La casa editrice Aufbau, presso la quale esce adesso il mio primo romanzo in traduzione tedesca, ha sede a Berlino. Ci sono inoltre motivi personali che mi legano alla Germania, alla lingua e alla cultura tedesca. Nel 1999-2000 ho fatto l’Erasmus a Oldenburg, in Bassa Sassonia, non lontano da Brema. Studiavo filosofia e quell’anno decisi di rientrare in Italia una sola volta per le vacanze di Natale. Il tedesco è la lingua straniera che ho imparato a scuola, che ho continuato a studiare e che ho parlato di più. Per questi motivi la Germania è un paese a me vicino.
Come ti sei avvicinata alla letteratura tedesca? Quali sono i tuoi scrittori e scrittrici di riferimento?
La nostra professoressa di tedesco delle medie un giorno ci lesse Il canto di Lorelei di Heinrich Heine. Ricordo che rimasi abbagliata dall’io lirico del poeta e dall’immagine di questa sirena del Reno con i capelli d’oro. Da ragazzina ho amato moltissimo le poesie di Goethe e sento che hanno inciso in modo significativo sulla mia formazione. Lo Sturm und Drang e il Romanticismo tedesco mi affascinavano. A vent’anni ho letto per la prima volta Christa Wolf e in seguito mi sono avvicinata ad autrici che appartengono alla mia generazione, tra le quali la fumettista berlinese Nadia Budde, che in Italia ha pubblicato Sangue dal naso e altre avventure (Topipittori, 2017), dove racconta la sua infanzia nella ex DDR, oppure la scrittrice e giornalista brandeburghese Claudia Rusch, autrice del bellissimo La stasi dietro il lavello (Keller, 2009).
Messina è la tua città di origine ed è lo scenario nel quale si svolge il romanzo che sta per uscire in Germania. Dove desideri portare i tuoi lettori e lettrici tedeschi con l’immaginazione?
Tutte le volte che sono stata in Germania ho sentito una grande proiezione dei tedeschi sui luoghi, in particolare in riferimento alla Toscana e alla Sicilia. Mi chiedo sempre se una storia potrebbe essere ambientata in un altro luogo e in un altro tempo. Nella storia che ho scritto e che racconto c’è qualcosa di universale, d’altra parte sarebbe potuta accadere soltanto a Messina, la quale rappresenta la provincia, è un luogo che potrebbe benissimo passare in secondo piano. Invece io porto lettori e lettrici proprio in quel punto. Mi fa piacere che i tedeschi facciano una deviazione rispetto ai soliti percorsi.
Quali figure femminili sono state per te dei punti di riferimento culturali durante la tua infanzia, la tua adolescenza e ora nella tua vita di persona adulta?
Nell’infanzia Laura Gonzenbach, una scrittrice ed etnologa siciliana vissuta nella seconda metà dell’Ottocento. La sua famiglia apparteneva alla Confederazione elvetica di Messina. Laura Gonzenbach si occupò di narrazione orale e pubblicò le Sicilianische Märchen, un’opera dedicata alle fiabe della Sicilia orientale precedente agli studi di Giuseppe Pitrè.
Da adolescente sicuramente Simone de Beauvoir, Memorie di una ragazza perbene e Il secondo sesso sono state letture centrali per me in quel periodo.
Nella vita adulta Rita Levi Montalcini, con il suo amore e la sua ostinazione a scoprire, a fare scienza e ricerca.