La giuria incaricata di selezionare i progetti per il programma di residenza del 2022/2023, è stata composta da:
Antonella Perin, direttrice dei programmi culturali del Goethe-Institut Italia
Hélène Kelmachter, addetta culturale dell’Ambasciata di Francia in Italia
Beatrice Merz, presidenze e direttrice della Fondazione Merz
Costanza Quatriglio, regista e direttrice artistica della sede Sicilia del Centro Sperimentale di Cinematografia
Oscar Pizzo, direttore di EUR Culture per Roma, direttore artistico del Teatro Massimo di Palermo dal 2014 al 2018
Giorgio Vasta, scrittore
Per le residenze che si terranno tra settembre 2022 e luglio 2023, la giuria ha individuato sei progetti proposti dagli artisti seguenti: Charlotte Koch/Ségolène Bulot/Daria Di Bello, Yolenn Farges, Tobias Purfürst & Noam Brusilovsky, Victor Missud e Lea Letzel.
Oltre alle nostre residenze regolari, nel 2023 abbiamo sviluppato un progetto dedicato allo strumento del mandolino, assieme al Conservatorio Alessandro Scarlatti di Palermo: Mandolino Variabile.
Mandolino Variabile
Workshop, masterclass e concerto in occasione di una nuova composizione di Vincent Trollet, eseguita da Florentino Calvo, Caterina Lichtenberg e le studentesse e gli studenti del Conservatorio A. Scarlatti di Palermo, sotto la coordinazione di Emanuele Buzi.
© Kultur Ensemble e Caterina Lichtenberg
Nell’ambito della sua programmazione per il 2023, anno che il mondo della musica in Germania dedica al mandolino,
Kultur Ensemble Palermo dà vita a una residenza che indaga la possibilità di andare oltre l’eredità di questo strumento, aprendo nuove prospettive alla composizione musicale contemporanea. Il progetto di residenza nasce in occasione di
Notturno, la nuova composizione per orchestra a plettro che il compositore francese Vincent Trollet ha scritto appositamente per Palermo. In stretta collaborazione con il mandolinista francese Florentino Calvo, da anni Vincent Trollet si interessa alla valorizzazione del repertorio contemporaneo del mandolino.
Dal 13 al 15 febbraio si è tenuta la prima parte della residenza, sotto forma di un
workshop di tre giorni tenuto da Vincent Trollet e Florentino Calvo per le studentesse e gli studenti del Conservatorio A. Scarlatti di Palermo, sotto la coordinazione del Professore Emanuele Buzi, titolare della cattedra di mandolino.
Dal 2 al 4 maggio si è svolta la seconda parte del progetto, che vedrà il coinvolgimento della mandolinista tedesca Caterina Lichtenberg. Dal 2 al 3 maggio si sono tenute prove comuni in vista del
concerto finale, che si è svolto la sera di mercoledì 3 maggio. Il concerto ha alternato momenti per orchestra a plettro, brani per solo e brani per il trio italo-franco-tedesco di mandolinisti di fama internazionale, permettendo di rievocare le origini tradizionali del mandolino per poi dare spazio a un repertorio contemporaneo meno conosciuto. La residenza si è conclusa giovedì 4 maggio con una
masterclass di Caterina Lichtenberg per le allieve e gli allievi della classe di mandolino del Conservatorio di Palermo.
Biografie dei docenti e mandolinisti
Caterina Lichtenberg è una delle più importanti mandoliniste classiche del mondo. Cresciuta in Germania, si è diplomata al Conservatorio di Musica di Colonia. Attualmente ricopre il ruolo di professoressa di mandolino classico/liuto soprano presso questa prestigiosa istituzione. Per oltre 20 anni Caterina ha registrato, insegnato e realizzato tournée in tutta Europa, in Giappone, a Taiwan, in Sud America, in Canada e negli Stati Uniti. Ad oggi, Caterina Lichtenberg ha pubblicato 13 album.
Emanuele Buzi, nipote del virtuoso Giuseppe Anedda, si è diplomato presso il Conservatorio de L'Aquila. Collabora con i più importanti enti lirici italiani (La Scala di Milano, il Teatro La Fenice di Venezia, il Teatro Massimo di Palermo). Dal 2008 è titolare della cattedra di mandolino presso il Conservatorio di Musica A. Scarlatti di Palermo.
Florentino Calvo ha studiato al Conservatorio di Argenteuil, principale centro di insegnamento del mandolino in Francia. Si è perfezionato con i maestri Mario Monti e Ugo Orlandi. Come concertista, si esibisce regolarmente come solista in formazioni di musica da camera e con orchestre (TrioPolycordes, Orchestre National du Théâtre de Paris, Orchestre Philharmonique de Radio France). Contribuisce allo sviluppo e all'influenza del suo strumento formando numerosi concertisti e pedagoghi di spicco in Francia e all'estero.
Vincent Trollet inizia a studiare il pianoforte e successivamente la composizione, che approfondisce al Conservatorio di Parigi. Nel 2010 viene ammesso al corso di Informatica Musicale presso l’IRCAM di Parigi. Questa formazione dà vita a una nuova direzione nel suo lavoro, che lo porta ad avvicinarsi alla sperimentazione. Dai numerosi incontri con compositori della sua generazione nasce Ensemble Regards, ensemble dedicato alla musica contemporanea.
Annika Katja Boll e Renaud Mundabi Muyanunu
© Mathia Coco_Riccioblu
Nell'autunno 2023, Kultur Ensemble ha ospitato un duo composto dall'artista tedesca
Annika Katja Boll e dall'artista francese
Renaud Mundabi Muyanunu, che lavoreranno a un progetto comune per la prima volta dopo la fine dei loro studi a Villa Arson (Nizza).
Durante la loro residenza, i due artisti realizzeranno un videogioco interattivo. La narrazione sarà ispirata all'esperienza dell'isola siciliana: l'opera sarà costruita raccogliendo materiale sonoro e visivo attraverso strumenti audio e scansioni in 3D. Il progetto combina l'estetica di una realtà astratta digitalizzata con il linguaggio metaforico della narrazione, con l’obiettivo di creare un'esperienza basata sulle nozioni di movimento continuo, disorientamento e non appartenenza a un luogo fisso.
© Mathia Coco_Riccioblu
Il duo di artisti è stato selezionato in seguito al bando di concorso della primavera 2023 e da una giuria composta da
Jérémy Rossignol, vicedirettore dell'Ufficio Formazione professionale, scambi universitari e volontariato - OFAJ-DFJW (Ufficio franco-tedesco per la gioventù),
Hélène Kelmachter, addetto culturale presso l'Ambasciata di Francia in Italia) e
Rosina Franzé, programmazione culturale presso il Goethe-Institut di Milano. La residenza è sostenuta dall'Ufficio franco-tedesco per la gioventù (OFAJ/DFJW).
Renaud Mundabi Muyanunu
Renaud Mundabi Muyanunu è un artista multidisciplinare la cui pratica combina installazioni visive, musica e letture performative. Diplomato alle Beaux-Arts di Marsiglia, ha conseguito il DNSEP presso Villa Arson (Nizza) nel 2023. Il suo lavoro sonoro prende la forma di composizioni che combinano registrazioni sul campo, storie, canzoni e dibattiti, che integra in un immaginario poetico permeato da questioni di identità multiple. Scrive e recita racconti la cui leggerezza formale gli permette di relazionarsi con le questioni sociali e politiche che lo animano. La sua pratica può uscire dal white cube e spostarsi in spazi pubblici, come ad esempio le biblioteche: questo spostamento dà alla lettura un contesto diverso e mette in discussione il luogo in cui l'installazione prende vita.
Annika Katja Boll
Annika Katja Boll è un'artista visiva nata a Westerwald, in Germania. Dopo aver completato gli studi di antropologia e psicologia a Göttingen e Ahmedabad, ha studiato arte alla Kunsthochschule di Kassel, prima di trasferirsi in Francia per completare gli studi a Villa Arson (Nizza). Il suo lavoro oscilla tra la realtà virtuale e la realtà visiva che la circonda: fonde i due mondi ricontestualizzando il digitale nello spazio reale e viceversa. Si interessa alla variabilità del significato di un oggetto, cambiandone i materiali o collocandolo in un contesto diverso: crea giardini digitali in cui vengono riportati in vita frammenti di scansioni 3D di piante parzialmente scomparse. Queste passeggiate digitali, una sorta di "cyber-flâneries" o “cyber-wander” in una natura artificiale, mettono a confronto il piacere estetico con la realtà di una natura morente.
Altrove / Anderswo / Ailleurs
© Studio Forward
Cosa accade alla pratica della scrittura quando si lascia la propria madrelingua e il proprio paese? Quali parole si scelgono per esprimere l’esperienza di chi è costretto ad abbandonare le proprie terre d'origine? Quali strutture possono dare sostegno ad artiste e artisti in questa situazione?
Kultur Ensemble Palermo inaugura Altrove/Anderswo/Ailleurs, una residenza di scrittura dedicata ad artiste e artisti che vivono in esilio in Germania e in Francia. Il programma è sviluppato in cooperazione con la Martin Roth-Initiative (Berlino) e l'Atelier des artistes en exil (Parigi, Marsiglia), due organizzazioni che forniscono un accompagnamento quotidiano alle carriere professionali delle artiste e degli artisti in esilio.
Quest'autunno la residenza accoglierà per la durata di un mese la scrittrice, attivista e DJ bielorussa
Ludmila Pogodina e il fotografo e regista palestinese nato in Siria
Samer Salameh.
La residenza vuole sostenere chi continua a creare facendo i conti con la perdita di una patria culturale, linguistica, geografica ed emotiva, offrendo allo stesso tempo un'occasione di riflessione comune attorno a questi temi. Nel corso della residenza sono organizzati tre incontri che si inseriscono nel programma del Festival delle Letterature Migranti nelle giornate di venerdì 13 e di sabato 14 ottobre. Altrove/Anderswo/Ailleurs è sostenuto dal Fondo Culturale Franco-Tedesco.
Ludmila Pogodina
© Sasha Abuhovich
Ludmila Pogodina è una giornalista, DJ, fotografa, scrittrice, podcaster e curatrice bielorussa. È nata nel 1984 nell'attuale villaggio russo di Znamensk e si è trasferita a Minsk con la sua famiglia quando aveva cinque anni. Da adolescente, Pogodina scopre la musica rock, che considera l’espressione di una vera e propria opposizione politica in Bielorussia: nel corso degli anni, questo la porta a realizzare interviste ad artiste e artisti dal lavoro provocatorio provenienti da tutto il mondo, tra cui Genesis Breyer P-Orridge, Denis Lavant, Bruce LaBruce, Joshua Oppenheimer, Isabella Rossellini, Charlotte Rampling, Cillian Murphy, Pablo Larrain e molti altri, dedicandosi alle pratiche che affrontano il tema delle norme sociali e la politica.
Ludmila Pogodina ha studiato musica, diritto e giornalismo. Inizia a lavorare come giornalista musicale e cinematografica negli anni 2000, principalmente per i media ucraini e bielorussi.
Nel 2011 si esibisce come DJ su richiesta di un club di Minsk, e poco dopo inizia a organizzare le sue feste. Nel 2015, insieme ad alcuni amici, fonda il collettivo artistico #keepminskweird con l’obiettivo di creare uno spazio sicuro per la comunità locale e una piattaforma per parlare di femminismo, ruoli di genere, inclusione e diversità utilizzando una forma fluida di intrattenimento: feste, laboratori artistici, festival - organizzando allo stesso tempo una rete di iniziative locali di base. Dopo il fallimento della rivoluzione bielorussa e la pesante repressione, il collettivo si è sparso tra Polonia, Lituania e Germania, e non è più attivo in Bielorussia. Con il suo lavoro e il suo impegno, Ludmila Pogodina vuole attirare l'attenzione sulla situazione politica in Bielorussia. Attualmente sta lavorando a un romanzo di autofiction su “dittatura, patriarcato e rock'n'roll”. Nel novembre 2022 ha curato il programma speciale “Spotlight: Bielorussia” ed è stata membro della giuria del concorso di film sui diritti umani per il Festival internazionale del cortometraggio Interfilm Berlin.
Pogodina vive a Berlino dall'aprile 2022.
Samer Salameh
© Anthony Seklaoui for Tank magazine
Samer Salameh è nato in Siria ed è cresciuto nel campo di Yarmouk a Damasco. È stato attivo nelle arti drammatiche e visive fin dalla più tenera età. Dopo aver realizzato diversi cortometraggi indipendenti, Samer ha diretto il suo primo lungometraggio documentario 194. Nous, enfants du camp sugli eventi che hanno avuto luogo nel suo paese natale, Yarmouk. Sfollato dalla Siria a causa della guerra, Samer ha continuato la sua ricerca cinematografica sull'esperienza intima dell'esilio. Membro dell'Artists in Exile Workshop, è in Francia dal 2014. Ha conseguito un master in regia presso l'ENSAV di Tolosa nel 2020.
Kultur Ensemble Palermo e Harun Farocki Institut inaugurano una residenza a Berlino per giovani registe e registi del panorama siciliano.
© Harun Farocki Institut
A due anni dalla sua nascita, Kultur Ensemble Palermo annuncia un nuovo partenariato con l'Harun Farocki Institut di Berlino. Questa collaborazione nasce dalla volontà di offrire, a partire da quest’anno, a giovani registe e registi che lavorano in Sicilia la possibilità di realizzare una residenza artistica nei paesi promotori di Kultur Ensemble, ovvero in Francia e in Germania.
Destinata a registe e registi emergenti in Sicilia, questa iniziativa si inserisce nel programma di residenze artistiche Atelier Panormos, ideato da Kultur Ensemble Palermo nel 2021. Dopo essersi concentrato principalmente sul supporto ad artiste e artisti che operano in Germania e in Francia, il programma di residenza si amplia per accogliere e promuovere l'attività cinematografica siciliana: grazie al solido legame tra il Goethe-Institut e l'Harun Farocki Institut, la celebre istituzione berlinese aprirà le sue porte a un giovane regista italiano per una residenza di tre mesi. Un'occasione unica per giovani registe e registi del territorio siciliano di immergersi in un ambiente internazionale stimolante, abbracciando nuove prospettive creative e creando legami con artisti e professionisti del settore.
Fondato nel settembre 2015, l'Harun Farocki Institut si è affermato come una piattaforma di ricerca sulla pratica visiva e discorsiva del regista e autore tedesco Harun Farocki (1944-2014). L'istituto si dedica inoltre al sostegno di nuovi progetti che esplorano il passato, il presente e il futuro delle culture dell'immagine.
Per questa prima collaborazione, il Goethe-Institut Palermo ha selezionato
Filippo Foscarini, classe 1990, ex studente presso la sede siciliana del prestigioso Centro Sperimentale di Cinematografia. Questa scelta si è basata sulla qualità del lavoro del giovane regista, sulla sua affinità con la ricerca d’archivio e sullo stato di avanzamento del suo prossimo progetto, che esplora le zone di confine tra Bosnia Erzegovina, Serbia e Croazia, segnate da forti tensioni geopolitiche. L'accesso all'archivio dell'Harun Farocki Institut sarà una risorsa preziosa per lo sviluppo delle sue ricerche e per la riflessione sul ruolo politico delle immagini in contesti post-bellici. Filippo Foscarini sarà in residenza a Berlino per un periodo di tre mesi, a partire da settembre 2023.
FILIPPO FOSCARINI
© Filippo Foscarini
Filippo Foscarini è un regista di cinema non fiction. Dopo la laurea in Letteratura Comparata presso l'università Cà Foscari a Venezia, si è trasferito a Palermo dove ha conseguito il diploma in regia del cinema documentario presso il Centro Sperimentale di Cinematografia – Sede Sicilia, sotto la direzione artistica di Costanza Quatriglio. Le sue aree di interesse spaziano dall'etnografia alle rimozioni di memoria in situazioni di conflitto fino all'acusmatica, adottando un approccio sperimentale a partire dalla fenomenologia in campo sonoro. Con Marta Violante realizza il cortometraggio d'archivio Africa Bianca (2020, esercitazione del secondo anno di corso), e con Federico Cammarata realizza Tardo Agosto (2021, saggio di diploma, miglior film internazionale alla quindicesima edizione di Beldocs e vincitore del Premio di distribuzione CG Entertainment presso il Cinema dei Popoli) e A Soft Hiss of this World (2022). I suoi lavori sono stati presentati in diversi festival nazionali e internazionali (DocLisboa, Festival dei Popoli, Torino Film Festival, Beldocs, Yamagata International Documentary).
TOBIAS PuRFÜRST E NOAM BRUSILOVSKY
© Kultur Ensemble | Foto: Debora Krist
Noam Brusilovsky e Tobias Purfürst lavorano insieme da diversi anni. Il loro attuale progetto si dedica alla composizione di una “opera techno” in cui i mezzi drammaturgici del teatro dell’opera, come il canto e la narrazione, si uniscono alla musica e alla cultura techno. La residenza sarà l’occasione per scrivere (Noam) e comporre (Tobias) il set narrativo.
Il drammaturgo teatrale e radiofonico Noam Brusilovsky è nato in Israele nel 1989. Dopo aver frequentato la Thelma Yellin High School of the Arts, si è trasferito a Berlino nel 2012, dove ha studiato regia teatrale presso l'Accademia di Arti Drammatiche Ernst Busch. Mentre era ancora studente, ha diretto i suoi primi radiodrammi per Deutschlandfunk e SWR e ha ricevuto il premio ARD German Radio Play Award nel 2017 per la sua produzione "Broken German". Nello stesso anno, ha completato i suoi studi con la performance solista autobiografica "Orchiectomy Right". L'anno successivo, questa produzione è stata invitata ai festival "Radikal Jung" e "Fast Forward" e lo ha portato ad essere nominato "Giovane autore dell'anno" da Theater heute. Da allora Brusilovsky lavora come autore e regista freelance per diverse stazioni radiofoniche tedesche (Deutschlandfunk, SWR, WDR e rbb). I suoi radiodrammi sono stati trasmessi da tutte le stazioni ARD, hanno vinto numerosi premi e sono stati nominati per diversi riconoscimenti. Oltre al suo lavoro radiofonico, Noam Brusilovsky è direttore teatrale. I suoi progetti di teatro documentario, che hanno partecipato a numerosi festival, sono stati realizzati dal Volkstheater di Monaco, dal Konzerttheater di Berna, dal Sophiensaelen di Berlino e dallo Stadttheater di Klagenfurt.
Tobias Purfürst è un produttore musicale e compositore di Berlino. Pianista classico di formazione, si interessa a processi creativi diversi tra loro. Ha iniziato a studiare architettura all'UdK di Berlino. Dopo un anno di scambio in Islanda, con uno stage presso i Greenhouse Music Studios (Valgeir Siruðsson), si è concentrato sul sound design e sulla composizione di musica sperimentale e per film. Nel 2011 ha studiato presso la Facoltà di Arte e Media (UdK) nella classe di Media art (Prof. Alberto de Campo), dove ha lavorato principalmente su installazioni sonore generative e performance. Durante il periodo trascorso all'UdK, il suo lavoro è stato esposto in diverse mostre collettive e festival, tra cui Ars Electronica (2012), EMAF (2013), Transmediale (2013), Addicted to Random Festival e Halle (2013). Lavora come docente, come freelance per agenzie e in collaborazione con var* artist* nel campo della musica elettronica sperimentale, delle installazioni multimediali, nonché delle composizioni e del sound design per film, video arte e performance.
Victor Missud
© Mathia Coco_Riccioblu
Victor Missud è un regista originario di Tolosa che vive tra la Francia e Palermo. Attraverso il suo lavoro si dedica a persone ai margini della società e del territorio, che diventano attori non professionisti dei suoi film. Dando loro l'opportunità di interpretare se stessi all’interno di un film di finzione, l'artista dà a queste persone la possibilità di esprimere, rappresentandola, la loro realtà.
Per il suo primo film, il documentario di finzione La forêt de l'espace (2019, Menzione speciale della giuria internazionale al Festival Visions du Réel, IFF Rotterdam, Hors Pistes Centre Pompidou), Victor Missud ha invitato le persone che vivono quotidianamente nelle strade di Parigi, la maggior parte delle quali senza fissa dimora, a immaginare di essere sulla Luna e a inventare la loro vita lontano dalla Terra. Il suo ultimo film, À qui le monde (2023), realizzato nel Benin e co-diretto da Marina Russo Villani, è una favola documentaria che racconta la storia dei coltivatori della pianta del giacinto d'acqua nel Benin, i cui corpi vengono progressivamente invasi dallo stesso organismo che consente loro di essere retribuiti.
A Palermo, Victor Missud si dedica a un lungometraggio in lingua dei segni italiana. In parte documentario, in parte fiction, Laisser l'île (titolo provvisorio) vedrà due attori non udenti e non professionisti interpretare i propri ruoli. Palermo è la terza protagonista del film, con i suoi contrasti architettonici tra palazzi barocchi e condomini del dopoguerra. La residenza di Victor Missud sarà inoltre l'occasione per una ricerca sul suono in vista della colonna sonora del film, in particolare attraverso percussioni e vibrazioni.
Lea Letzel
© Frederike Wetzels
Lea Letzel crea spazi, situazioni e installazioni musicali, performance e opere video che vengono mostrate sia nella "scatola nera" del teatro sia nel "cubo bianco" dell'arte visiva. Ha completato i suoi studi presso l'Istituto di Studi Teatrali Applicati di Gießen con un progetto in collaborazione con l'International Ensemble Modern Academy. Letzel ha completato i suoi studi in media art presso l'Accademia delle arti multimediali di Colonia con il progetto "Concerto per organo e pirotecnica" in collaborazione con l'organista Dominik Susteck presso la Stazione artistica di San Pietro a Colonia. Dal 2015 ha una formazione come pirotecnico certificato dalla Repubblica Federale di Germania e dal 2020 è abilitata alla gestione di fuochi d’artificio di grandi dimensioni. Ha trascorso l'autunno 2019 in residenza a Kyoto, in Giappone, come borsista del Goethe-Institut a Villa Kamogawa per studiare la pirotecnica giapponese. A Palermo, intende dedicarsi alla ricerca e all'esplorazione delle prospettive sociali, politiche, storiche e artistiche dei fuochi d'artificio italiani. Lea Letzel vive e lavora a Colonia e a Reykjavík (IS).
Yolenn Farges
© Sylvie Léonard
Yolenn Farges è un'artista multidisciplinare francese. Laureata nel 2020 presso le Beaux-Arts de Nantes, vive e lavora tra Marsiglia e Belle-île-en-mer. Tra lunghe escursioni e immersioni subacquee, va alla ricerca di materiali da cogliere, segreti e aneddoti da raccontare attraverso le sue creazioni. Le sue proposte artistiche sono legate tanto alla metamorfosi degli ecosistemi quanto alla circolazione del sapere orale. Attraverso installazioni, performance e video, si interroga sulla porosità dei legami che esistono tra gli esseri che convivono. Conduce laboratori artistici ed educativi e considera questi momenti di creazione collettiva come potenti strumenti per immaginare il futuro. A Palermo, la sua ricerca si concentrerà sul cibo e sulle ricette siciliane affrontate dal punto di vista della microbiologia e della fermentazione.
CHARLOTTE KOCH, DARIA DI BELLO E SÉGOLÈNE BULOT CON IL PROGETTO “WOMEN'S VOICES IN PALERMO"
© Charlotte Koch, Ségolène Bulot, Daria di Bello
Tra fine settembre e fine dicembre 2022, il programma di residenza di KULTUR ENSEMBLE Palermo accompagna un progetto di ricerca italo-franco-tedesco, sviluppato da tre ricercatrici conosciutesi all’Università di Lipsia: Daria di Bello, Charlotte Koch e Ségolène Bulot. Durante i loro studi scoprono il podcast come strumento di ricerca etnografica e sociologica. Arricchite dalle tre culture europee nelle quali sono cresciute, le loro ricerche coinvolgono discipline diverse: antropologia, sociologia, letteratura, storia e filosofia. Le loro esperienze formative e professionali, così come le loro scelte di vita, orientano i loro interessi accademici verso tematiche interculturali, postcoloniali, femministe e territoriali.
Con il progetto "Women's voices in Palermo" (la voce delle donne a Palermo), le ricercatrici osservano le pratiche culturali e le scale di valori delle donne migranti che vivono nel capoluogo siciliano. L’ipotesi formulata è che la migrazione e la religione, legata alle questioni di genere, definiscano modalità specifiche di vivere lo spazio urbano. A Palermo, le tre ricercatrici entrano in dialogo con diverse associazioni dedicate a varie comunità di donne e, attraverso interviste e l’ascolto delle esperienze vissute, mettono in discussione le strutture di potere attraverso un approccio intersezionale. I risultati del lavoro di Charlotte Koch, Daria di Bello e Ségolène Bulot saranno presentati sotto forma di podcast, dibattiti e discussioni, per dare voce ad alcune delle donne migranti nello spazio mediterraneo.
© KULTUR ENSEMBLE
Il trio di ricercatrici in scienze umanistiche si è incontrato all’Università di Lipsia, dove scopre il podcast come strumento semplice e partecipativo di diffusione del loro lavoro.
CHARLOTTE KOCH
Charlotte Koch è cresciuta a Marburg e vive a Lipsia. Durante gli studi triennali in scienze sociali si concentra sugli studi dell’America latina, per poi interessarsi al femminismo islamico e alla sociologia dell’Islam. Approfondisce il tema del “reflexive curanting” (curatela riflessiva) e studia le molteplici rappresentazioni dell’Islam nell’arte contemporanea. Partendo dal travagliato passato coloniale all’origine dei musei etnografici europei, analizza i discorsi e le pratiche postcoloniali con le quali queste stesse istituzioni si confrontano al giorno d’oggi.
DARIA DI BELLO
Daria di Bello è originaria di Taranto, in Puglia. Si sposta a Lipsia dopo aver ottenuto una laura in filosofia all’Università di Bari. Parallelamente alla sua attività militante, Daria lavora come mediatrice linguistica e culturale, e insegna l’italiano. Si interessa alla migrazione nell’area mediterranea e alla sociologia dell’Islam. Nei suoi lavori, Daria fa dialogare i concetti di “Black Atlantic” e di “Black Mediterranean”, studiando la diaspora africana in una perspettiva storico-marittima.
SÉGOLÈNE BULOT
Ségolène Bulot viene dalla Normandia e vive a Lipsia. Ha studiato linguistica inglese, letteratura e scienze sociali a Caen, in Francia. Durante il suo master a Lipsia, Ségolène si dedica al lavoro educativo con i giovani. Si interessa in modo particolare allo sviluppo e alla messa in pratica di azioni non violente, prendendo come esempio il concetto indiano di "Go Rurban", che mira a colmare il divario tra città e zone rurali attraverso il coinvolgimento delle nuove generazioni.