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Calcio & musica
Il calcio è la nostra vita

Nazionale di calcio maschile tedesca in uno studio di registrazione, attorno a un pianoforte, con il cantante pop Udo Jürgens seduto al piano.
La nazionale di calcio tedesca in studio di registrazione, qui con il cantante pop Udo Jürgens al pianoforte, nel dicembre 1989: un’immagine normalissima per anni e anni. | © picture-alliance/ dpa/dpaweb | Marcus Thelen

La musica accompagna anche il calcio: in occasione di UEFA Euro 2024 in Germania, passiamo in rassegna alcune musiche di successo legate a questo sport, raccontandovi i rispettivi retroscena.

Di Hendrik Nolde

L’acceso dibattito su Major Tom come possibile “goal song” della nazionale tedesca ha recentemente riaffermato lo stretto legame esistente tra calcio e musica. Dagli spalti dei grandi stadi di tutto il mondo, infatti, sono decine di migliaia gli spettatori che con grande trasporto intonano canzoni, partita dopo partita, e del resto anche la maggior parte dei calciatori professionisti appare in pubblico con grandi cuffie alle orecchie, testimoniando che la musica li accompagna ovunque. Della storia della musica, poi, fanno parte numerose canzoni dedicate al calcio in tutte le sue sfaccettature, che spesso vengono fuori in occasione di tornei importanti come il Campionato Europeo. La musica può rappresentare una dichiarazione d’amore per il popolarissimo sport, ma può anche servire a denunciare un malcostume come quello dell’omofobia nel mondo del calcio. Nel migliore dei casi, i canti intonati riescono a trasmettere le emozioni della partita; nel peggiore, si riducono a motivetti piuttosto insignificanti, che riecheggiano fino allo sfinimento durante le telecronache delle partite.

Quando i calciatori professionisti prendono il microfono, è comprensibile un certo scetticismo: dopotutto, buoni piedi e un’ugola d’oro non vanno necessariamente a braccetto. In passato e per qualche decennio, tuttavia, la nazionale tedesca di calcio non si è lasciata scoraggiare e ha registrato le canzoni di accompagnamento ai tornei più prestigiosi. La prima squadra a cimentarsi in un exploit canoro è stata quella guidata da Franz Beckenbauer e Gerd Müller per i Mondiali del 1974, dei quali sarebbero poi risultata vincitrice, cantando in maniera un po’ goffa e con lo spartito in mano, ma ovviamente con tanto di maglia della nazionale, Fußball ist unser Leben, il calcio è la nostra vita. Quattro anni dopo, insieme al cantante pop tedesco Udo Jürgens, la stessa ricetta di successo li ha portati addirittura a conquistare la vetta delle classifiche tedesche, mentre la canzone del 1986 Mexico Mi Amor non è riuscita a ripetere l’impresa, nonostante Lothar Matthäus e Pierre Littbarski fossero stati appositamente dotati di sombrero per trasmettere la tipica gioia di vivere sudamericana. Non sorprende che l’apice sia stato raggiunto negli anni Novanta, in occasione della Coppa del Mondo negli USA, quando Jürgen Klinsmann & Co. si sono lanciati davanti alle telecamere in un appassionato Far Away in America, accompagnati nientemeno che dai notissimi e stravaganti Village People. A quanto pare, i vertici della DFB hanno ritenuto che questo gioiello del pop non potesse essere superato e da allora la nazionale tedesca non si è più cimentata in altre produzioni canore.
Naturalmente, è meno frequente assistere ai gorgheggi dei calciatori, che non sentire i tifosi inneggiare ai loro beniamini, ma se questo accade per lo più all’interno degli stadi, è stato decisamente insolito il tributo a Karl-Heinz Rummenigge, campione d’Europa 1980 e successivamente presidente del Bayern München, da parte del duo inglese Alan & Denise, che nel 1983 ha dedicato un inno alle “ginocchia sexy” del centravanti tedesco che gli è valso la vetta delle classifiche. Pare che fonte di ispirazione siano stati, oltre ai pantaloncini corti del calciatore, anche l’esclamazione di un telecronista inglese dopo un suo goal: “Rummenigge, what a man!”, ma pure le sonorità di quel cognome per l’orecchio inglese, come hanno successivamente raccontato gli stessi cantanti in un’intervista a 11 Freunde. Pare che lo stesso Rummenigge abbia accolto con un certo scetticismo la canzone, ma che abbia cambiato idea, dopo aver constatato che a sua moglie piaceva. Alan & Denise, però, non sono riusciti a ripetere il colpo con il singolo successivo, Beckenbauer, Beckenbauer, rimasto a raccogliere polvere sugli scaffali dei negozi di dischi.
Quando la Federazione calcistica inglese ha chiesto agli attori comici Frank Skinner e David Baddiel di collaborare con la rock band The Lightning Seeds per produrre una canzone per i Campionati Europei del 1996 nel loro Paese, i funzionari probabilmente non si sono resi conto di aver commissionato la migliore canzone calcistica di tutti i tempi: Three Lions attingeva infatti al sound del Britpop, all’apice della popolarità in quel momento: (What’s the Story) Morning Glory? degli Oasis, in quello stesso anno, è stato uno degli album più venduti della storia britannica, con un testo che giocava con i sentimenti evocati dal calcio internazionale e una frase accattivante come “it’s coming home”, con riferimento alle origini inglesi dello sport e ai momenti gloriosi della storia del calcio inglese. Allo stesso tempo, perfettamente in linea con l’umorismo britannico, la canzone affrontava con autoironia la mancanza di successi dell’Inghilterra: “thirty years of hurt”, trent’anni di sofferenza per la nazionale dopo il titolo nella Coppa del Mondo del 1966, ottenuto anche all’epoca in un torneo casalingo.

Grazie a questo mix, la canzone Three Lions è diventata non solo un vero e proprio hit, ma anche l’inno non ufficiale del calcio inglese. Jürgen Klinsmann ha poi ammesso che la canzone veniva suonata anche nello spogliatoio tedesco prima delle partite del Campionato Europeo. Poco sorprendente, visto che la squadra non ne aveva registrata una per la propria nazionale! Chissà se Klinsmann & Co. hanno intonato “Football’s coming home” anche prima della semifinale che ha visto infrangersi ai rigori, contro la Germania, il sogno dell’Inghilterra di vincere il titolo in patria. In ogni caso, la “tragedia” sportiva non ha affatto smorzato la popolarità della canzone: musicalmente, dopotutto, l’insuccesso è stato evitato e il messaggio centrale dell’incrollabile fiducia in un futuro successo equivaleva a un ulteriore differimento di qualche altro anno. Da ricordare anche una sua riedizione per la Coppa del Mondo del 1998 per rielaborare l’eliminazione di due anni prima da parte della Germania: non solo ha raggiunto la vetta delle classifiche, ma il suo ritornello risuona ancora oggi regolarmente tra gli spalti degli stadi inglesi. Una rivincita tardiva è finalmente arrivata nell’estate del 2022, dopo quasi mezzo secolo di sofferenze, e per onorare la vittoria della nazionale femminile inglese alla finale del Campionato Europeo – ovviamente contro la Germania – i Lightning Seeds hanno eseguito una versione della canzone insieme ad alcune ex giocatrici della nazionale. E bisogna ammettere che la performance canora delle calciatrici inglesi non ha affatto sfigurato rispetto a quella del coro di voci bianche maschili degli anni Settanta.

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